
L’idea di Van Dog nasce da impressioni sparse, da letture e da films che ho visto e soprattutto dal concetto di trasfigurazione della natura.

Autoritratto da fox terrier
Acrilico su cartone telato, 35×45 cm
Da Autoritratto
Parigi, primavera 1887
La nutrice
Acrilico su cartone telato, 35×48 cm
Da La nutrice
Anversa, aprile 1885


Autoritratto da bassotto
Acrilico su cartone telato, 45×55 cm
Da Autoritratto con feltro grigio
Parigi, marzo/aprile 1887
Ritratto di Roulin schnauzer
Acrilico su cartone telato, 50×60 cm
Da Ritratto di Joseph Roulin, seduto a tavola
Arles, inizio agosto 1888

Ritratto di levriere
Acrilico su cartone telato, 45×55 cm
Da Ritratto
Arles, dicembre 1888


Dottor Gachet con libri
Acrilico su cartone telato, 50×60 cm
Da Ritratto del dottor Gachet
Auvers sur Oise, giugno 1890
Dottor Gachet con ramo di digitale
Acrilico su cartone telato, 36×51 cm


Ritratto di Afgan Roulin
Acrilico su cartone telato, 40×50 cm
Da Ritratto di Armand Roulin a 17 anni
Arles, novembre/dicembre 1888

La mousmè terrier
Acrilico su cartone telato, 50×71 cm
Da La mousmè in poltrona
Arles, luglio 1888
Giovane bracca con cappello in campo di grano
Acrilico su cartone telato, 40×60 cm
Da Giovane contadina con cappello
seduta in un campo di grano
Auvers sur Oise, fine giugno 1890


Ritratto di Certosino Roulin
Acrilico su cartone telato, 45×55 cm
Da Ritratto di Joseph Roulin
Arles, aprile 1889
Siamo divinità in grado di fare grandi cose: così non ci basta un cane, lo vogliamo di razza, ma possiamo andare oltre, tagliamo ai cani le orecchie per destinarli a quelle funzioni che lo standard prevede.
E se quel doberman invece di un pericoloso custode della nostra proprietà fosse invece un tranquillo cane da tartufi?
Le orecchie ormai sono state tagliate!
A uno standard di razza, sacrifichiamo la nostra intelligenza quando seguiamo troppo le mode. Forse non occorre tagliarsi un orecchio per poter essere “trendie”.
Ma se in questo taglio si potesse leggere una metafora?
E se nel nostro cammino terreno, nei nostri dolori fisici e mentali, ognuno di noi stesse dipingendo un quadro?
Il dolore diventa mateeia di rappresentazione e la lettura del quadro qualcosa di estremamente importante e vitale.
Ognuno, nelle sue azioni attimo dopo attimo dipinge un quadro che, se fossimo in grado di vedere e interpretare, potrebbe poi portarci alla gioia.
Non a tutti è dato raccogliere i piccoli tesori sepolti qua e là nel respiro del mondo.
Probabilmente Van Gogh non ha mai condiviso la sua vita con un cane. Forse la compagnia di un cane lo avrebbe aiutato a non farsi divorare dalla sua stessa emotività.
Non so se Van Gogh abbia mai avuto un cane, comunque a parte le riproduzioni tagliate dai libri, neanch’io ho mai avuto il piacere di tenere in casa un autentico Van Gogh.
Gianluigi Capriotti
da Van Dog, 1997